ANCHE LA MUSICA SI MOBILITA PER LE DUE TORRI DI BOLOGNA

Garisenda e Asinelli da oggi non sono più sole, due prodi cavalieri, o meglio, menestrelli, si sono adoperati per salvarle: Cesare Cremonini e Gianni Morandi. E infatti, è esattamente così.
Proprio qualche giorno fa, i due prodi si sono riuniti con il sindaco Matteo Lepore, per dare vita ad una campagna di raccolta fondi atta a dare la possibilità alla cittadinanza di sostenere le spese onerose necessarie al restauro di due dei più grandi simboli della città di Bologna.

“Questa raccolta è un messaggio di speranza e interesserà non solo la torre che pende, ma anche la sua sorella alta, l’Asinelli”.

Il primo passo di questa collaborazione tra mondo della musica e amministrazione comunale altro non è che un semplice iban, ma non si escludono più avanti altre forme digitali di donazione e inoltre, anche possibili eventi musicali, concerti e manifestazioni.

“Bologna è la città dell’accoglienza e noi due che giriamo l’Italia e il mondo lo sappiamo bene perché la gente lo pensa davvero. Questa torre, che non cadrà certo domani ma che ha bisogno di aiuto, bisogna cominciare a curarla. Chiunque doni quello che può” così ha parlato Gianni Morandi a proposito di ciò.

Novecento anni di storia in uno dei centri culturali più importanti della fine del Duecento, in quella che una volta veniva definita “la città turrita”, le cui torri altro non erano che il simbolo del potere militare ed economico e soprattutto “famigliare”, perché proprio i nomi dati a questi edifici, Garisenda e Asinelli, erano i nomi di famiglie dell’epoca, rispettivamente i Garisendi e gli Asinelli.
Da non dimenticare i versi di Dante, nel XXXI Canto dell’Inferno, in cui il poeta, trovatosi di fronte al Pozzo dei Giganti, dannati per essersi opposti a Dio, per descrivere l’imponenza del gigante Anteo nell’atto di chinarsi sporgendosi dal pozzo, lo paragona alla pendenza della Torre Garisenda; proprio questa citazione del sommo poeta è stata scolpita esattamente sul retro dell’edificio. Una torre, che già poco dopo la sua costruzione è stata abbassata da sessanta a quarantotto metri, poiché si erano manifestati cedimenti strutturali in maniera così precoce e intensa nei terreni di fondazione, caratterizzati da scarse capacità meccaniche e portanti e, proprio questo, non bastò per evitare comunque la sua caratteristica inclinazione, divenuta poi famosa nel mondo.

“Stringiamoci quindi con dolcezza e senza polemiche intorno alla nostra Garisenda, perché resti il simbolo della nostra vita così poetica, speciale, un po’ storta e diversa, di questa città tanto amata in tutta Italia” queste le parole di Cremonini.

Per procedere alla donazione, Art bonus, è necessario collegarsi al sito del Governo dove è presente una pagina dedicata all’iniziativa.

Martina Lusetti