LUCA CARBONI – IL CALVARIO SILENZIOSO DI UN GRANDE ARTISTA

Poco tempo fa Luca Carboni ha consegnato a Walter Veltroni sul Corriere della Sera, un racconto intimo di sé, fatto di sofferenze, paura, di terra che ti crolla da sotto i piedi e di come la percezione delle cose possa cambiare da un momento all’altro.

“Sono rimasto senza parole, quella malattia sta nella nostra vita, ma pensi che a te non toccherà mai. Improvvisamente tutto è cambiato. Stavo registrando un album nuovo, avevo già definito dieci pezzi, tra cui il singolo – Il pallone – e un altro che sarebbe dovuto uscire quell’estate.
In pochi minuti, tutto è cambiato. Dalla scelta dei brani sono passato alla scelta delle terapie per sopravvivere. Il tumore era grande, difficile da operare. Lo staff di oncologia del Sant’Orsola- guidato dal Primario Prof. Andrea Ardizzoni, con la collaborazione dello pneumologo Piero Candoli e del chirurgo Piergiorgio Solli- ha avviato subito una massiccia cura di chemioterapia.”

La diagnosi di tumore ai polmoni è arrivata come un fulmine a ciel sereno. E questi ultimi due anni di vita di Luca sono stati un calvario silenzioso, pieno di rispetto e dignità, colmo di lotta. Lotta per la sopravvivenza e lotta per tornare alla sua normalità, una normalità fatta di musica e parole, quella che ha sempre regalato al suo grande pubblico in tutta la sua carriera, iniziata nel 1976 debuttando come chitarrista e compositore.

Uno dei più grandi insegnamenti che la vita ti può offrire, è che “non tutto il mal vien per nuocere”.

“Non ti sembri paradossale, ma la malattia, sovrastando ogni impegno, mi ha dato una sensazione di libertà. Anche creativa. Non avevo scadenze, vincoli. Non dovevo rendere conto di lentezze e ritardi a nessuno. Ora ho voglia di riaprire la porta della mia vita, di ritrovare le persone.

Una libertà che gli ha permesso di dedicarsi, oltre che a se stesso a 360 gradi, anche ad un’altra sua passione: la pittura.

“Musica nuova non ne ho scritta, ma per la prima volta, dipingendo, ho usato gli audiolibri. Ho ascoltato tutte le opere di Natalia Ginzburg, di Grazia Deledda, del mio adorato Simenon, ho riletto i ‘Promessi sposi’. E così mi sono venuti degli spunti per testi possibili e anche una musica, per una canzone. Per adesso sono disordine che però, ora che sto bene, posso ricomporre. La mia vita si era slegata, aveva perso la certezza del tempo, la luminosità della prospettiva. Ora posso ricomporla e comincerò a farlo con le parole e le note.”

Ma dopo il temporale, arriva sempre il sereno.

A novembre, la sua città, Bologna, accoglierà una mostra curata da Luca Beatrice e prodotta da Elastica, presso lo spazio espositivo di Palazzo Sanguinetti. “Con i quadri, i disegni, lo story board del primo video che ho fatto e i block notes sui quali ho gli appunti di ogni mio album. Coinciderà con i quarant’anni dal mio primo disco”.

“Quando tornerò sul palco, la prima canzone che farò sarà ‘Primavera’. È la canzone di una stagione attesa, che torna ogni volta diversa. Mi piacerebbe che la prima data fosse a Bologna, la mia città”.

E per lasciarci con il sorriso, chiamiamo in campo l’amico e collega Jovanotti, che gli ha dedicato queste parole, con affetto e ammirazione:

“Luca è un maestro nel pesare le parole e nello scegliere quelle giuste, del resto è uno dei più grandi autori della musica italiana di ogni tempo. Quando ci vediamo ridiamo sempre del fatto che nel tempo di sue 5 parole io ne infilo 50 per dire meno di quello che lui dice con 5. Bello che abbia dichiarato a tutti che tra poco torna a pubblicare musica. È una grande gioia!”

Martina Lusetti